Alberto Ballestrero nasce a Genova, il 3 ottobre 1913, primo di cinque fratelli. Quando a nove anni e mezzo viene a mancare la mamma, il padre, che non si risposa, accudisce amorevolmente i figli, lavorando la notte.
Nel collegio ove il padre lo mise per favorirne la formazione, un prete “contento di essere prete” gli fece sbocciare la vocazione.
Ad 11 anni entra nei Seminario carmelitano del Deserto di Varazze.

Frate e Sacerdote

Cardinal Ballestrero
Il 12 ottobre 1928, quindicenne, eccolo novizio a Loano e professo l’anno dopo. Non dimenticherà più la scritta che vide entrando: “fa’ silenzio, oppure dì cose migliori del silenzio”.

Passa poi allo Studentato del Convento di S. Anna a Genova, ove, a 19 anni, una setticemia partita da un’infezione al piede lo porta in fin di vita. “O prete o morto” dice al dottore che vuol convincerlo a tagliare il piede infetto. Guarirà dopo sei mesi.

Arriva il momento dell’Ordinazione Sacerdotale: 6 giugno 1936, per mano del Card. Minoretti, Arcivescovo di Genova.

 

 

 

Provinciale e Generale dell’Ordine

Cardinal Ballestrero
Rapidamente ascende a compiti di sempre maggiore responsabilità: priore, e poi Provinciale della Provincia Ligure, quando ancora gli manca l’età canonica dei 35 anni.

Terminati i due trienni di Provincialato, è eletto Generale dell’Ordine a 42 anni, il 27 aprile 1955. Governerà l’Ordine per due sessenni, abbinando all’infaticabile peregrinazione presso conventi e monasteri nel mondo, la partecipazione come padre Conciliare al Vaticano ll, che ne segnerà profondamente l’azione pastorale. Intanto cresce la sua missione di predicatore di Esercizi e di conferenziere su temi di spiritualità.

Arcivescovo a Bari e a Torino

Cardinal Ballestrero
Nel ‘67 termina il suo servizio di Generale dell’Ordine. Dopo sei anni di intensissima attività nel suo settore preferito di predicatore di Esercizi, viene chiamato alla cattedra Arcivescovile di Bari all’inizio del ‘73. Ordinato Vescovo il 2 febbraio, il 16 fa il suo ingresso in diocesi. Comincia in quell’occasione il sodalizio con il suo segretario P. Giuseppe Caviglia, che terminerà solo con la morte.

Appena quattro anni ed eccolo Arcivescovo di Torino a continuare il mandato del Card. Pellegrino, una sede più complessa e in tempi difficilissimi: è il 1977, tempo di contestazione, di conflitti sindacali, del terrorismo delle Brigate rosse. Pazientemente, vince scetticismi e perplessità, conquistando il cuore della gente e, soprattutto, dei sacerdoti. Vi rimarrà per 12 anni, fino al 1989.

 

 

Cardinale e Presidente CEI

Cardinal Ballestrero
Nel 1979 intanto lo attendevano due novità importanti: il 18 maggio Giovanni Paolo II lo nomina Presidente della CEI, l’assemblea dei Vescovi italiani, che lo occuperà fino al 1985; il 30 giugno, sempre del ‘79, viene creato Cardinale dal Papa. In questi anni la sua attività diventa intensissima, quasi insostenibile, sfibrando-gli un fisico peraltro eccezionalmente resistente. Anche se intimamente commosso nel lasciare nel 1989 la diocesi al suo successore, Mons. Saldarini, è contento di poter tirare il fiato nella residenza del “Fortino” a Bocca di Magra, che volentieri i confratelli carmelitani della sua Provincia Ligure mettono a sua disposizione.

 

A Bocca di Magra

Cardinal Ballestrero

A Bocca di Magra trascorre gli ultimi anni della sua vita, con la compagnia di Sr. Antonina Volpe e di P. Giuseppe Caviglia, predicando Esercizi nell’attigua Casa di Spiritualità “Monastero Santa Croce”, e molto spesso chiamato lontano per predicazioni, conferenze, interventi significativi.

Progressivamente minato nel fisico da vari disturbi, fino a doversi servire di una carrozzella, ma sempre perfettamente lucido nella mente, si spegne fra le braccia di Sr. Antonina e di P. Giuseppe il 21 giugno 1988.

Sceglie di essere tumulato là dove, da ragazzo, era fiorita la sua vocazione: al Deserto di Varazze, ove gli è stato dedicato un monumento in bronzo. Poco sopra al Deserto, nella cappella della Regina Pacis, sul monte Beigua riposava da qualche anno il suo confratello e amico, fr. Gioacchino di Regina Pacis.

 

Alberto Ballestrero nasce a Genova, il 3 ottobre 1913, primo di cinque fratelli. Quando a nove anni e mezzo viene a mancare la mamma, il padre, che non si risposa, accudisce amorevolmente i figli, lavorando la notte.
Nel collegio ove il padre lo mise per favorirne la formazione, un prete “contento di essere prete” gli fece sbocciare la vocazione.
Ad 11 anni entra nei Seminario carmelitano del Deserto di Varazze.

Frate e Sacerdote

Cardinal Ballestrero
Il 12 ottobre 1928, quindicenne, eccolo novizio a Loano e professo l’anno dopo. Non dimenticherà più la scritta che vide entrando: “fa’ silenzio, oppure dì cose migliori del silenzio”.

Passa poi allo Studentato del Convento di S. Anna a Genova, ove, a 19 anni, una setticemia partita da un’infezione al piede lo porta in fin di vita. “O prete o morto” dice al dottore che vuol convincerlo a tagliare il piede infetto. Guarirà dopo sei mesi.

Arriva il momento dell’Ordinazione Sacerdotale: 6 giugno 1936, per mano del Card. Minoretti, Arcivescovo di Genova.

Provinciale e Generale dell’Ordine

Cardinal Ballestrero
Rapidamente ascende a compiti di sempre maggiore responsabilità: priore, e poi Provinciale della Provincia Ligure, quando ancora gli manca l’età canonica dei 35 anni.

Terminati i due trienni di Provincialato, è eletto Generale dell’Ordine a 42 anni, il 27 aprile 1955. Governerà l’Ordine per due sessenni, abbinando all’infaticabile peregrinazione presso conventi e monasteri nel mondo, la partecipazione come padre Conciliare al Vaticano ll, che ne segnerà profondamente l’azione pastorale. Intanto cresce la sua missione di predicatore di Esercizi e di conferenziere su temi di spiritualità.

Arcivescovo a Bari e a Torino

Cardinal Ballestrero
Nel ‘67 termina il suo servizio di Generale dell’Ordine. Dopo sei anni di intensissima attività nel suo settore preferito di predicatore di Esercizi, viene chiamato alla cattedra Arcivescovile di Bari all’inizio del ‘73. Ordinato Vescovo il 2 febbraio, il 16 fa il suo ingresso in diocesi. Comincia in quell’occasione il sodalizio con il suo segretario P. Giuseppe Caviglia, che terminerà solo con la morte.

Appena quattro anni ed eccolo Arcivescovo di Torino a continuare il mandato del Card. Pellegrino, una sede più complessa e in tempi difficilissimi: è il 1977, tempo di contestazione, di conflitti sindacali, del terrorismo delle Brigate rosse. Pazientemente, vince scetticismi e perplessità, conquistando il cuore della gente e, soprattutto, dei sacerdoti. Vi rimarrà per 12 anni, fino al 1989.

Cardinale e Presidente CEI

Cardinal Ballestrero
Nel 1979 intanto lo attendevano due novità importanti: il 18 maggio Giovanni Paolo II lo nomina Presidente della CEI, l’assemblea dei Vescovi italiani, che lo occuperà fino al 1985; il 30 giugno, sempre del ‘79, viene creato Cardinale dal Papa. In questi anni la sua attività diventa intensissima, quasi insostenibile, sfibrando-gli un fisico peraltro eccezionalmente resistente. Anche se intimamente commosso nel lasciare nel 1989 la diocesi al suo successore, Mons. Saldarini, è contento di poter tirare il fiato nella residenza del “Fortino” a Bocca di Magra, che volentieri i confratelli carmelitani della sua Provincia Ligure mettono a sua disposizione.

A Bocca di Magra

Cardinal Ballestrero

A Bocca di Magra trascorre gli ultimi anni della sua vita, con la compagnia di Sr. Antonina Volpe e di P. Giuseppe Caviglia, predicando Esercizi nell’attigua Casa di Spiritualità “Monastero Santa Croce”, e molto spesso chiamato lontano per predicazioni, conferenze, interventi significativi.

Progressivamente minato nel fisico da vari disturbi, fino a doversi servire di una carrozzella, ma sempre perfettamente lucido nella mente, si spegne fra le braccia di Sr. Antonina e di P. Giuseppe il 21 giugno 1988.

Sceglie di essere tumulato là dove, da ragazzo, era fiorita la sua vocazione: al Deserto di Varazze, ove gli è stato dedicato un monumento in bronzo. Poco sopra al Deserto, nella cappella della Regina Pacis, sul monte Beigua riposava da qualche anno il suo confratello e amico, fr. Gioacchino di Regina Pacis.