Il novizio è formato: alla vita di preghiera, sia in forma personale (orazione) che comunitaria (liturgia delle ore) con particolare accento alla meditazione della Sacra Scrittura (lectio divina); all’obbedienza, intesa come affidamento alla volontà di Dio, dei superiori e come rinuncia alla gestione autonoma della propria vita; alla vita di castità, dono di Dio, manifestazione di amore indiviso per Cristo e donazione di sé stessi ai fratelli; al valore della povertà, nella quale il novizio si distacca progressivamente dalle cose, dalle persone e da sé stesso; al lavoro e al servizio, visto come grazia, partecipazione all’opera creatrice di Dio, mezzo di sostentamento, nonché amore alla casa e alla fraternità. Inoltre i novizi sono formati anche sotto l’aspetto umano, anche con l’aiuto di esperti, allo scopo di comprendere la propria interiorità, aprirsi all’ascolto dei fratelli e saper instaurare un dialogo costruttivo col prossimo.
La formazione del novizio viene vissuta in un ritmo ordinato di vita, che prevede al mattino alcuni insegnamenti e il lavoro manuale e al pomeriggio un prolungato tempo di solitudine per la preghiera contemplativa. Non mancano esperienze di accoglienza e di servizio.
Il noviziato termina (se il novizio è ritenuto idoneo alla vita carmelitana) con il rito della professione temporanea dei voti, emessa in un contesto di fraterna partecipazione e caratterizzata soprattutto dal rendimento di grazie al Signore.