La Parrocchia

Si trova in via Untoria, in una parte del sopravvissuto centro storico medievale (nell’antico quartiere dei conciatori di pelli, nei pressi della demolita porta Bellaria), lontana dal caos del centro cittadino, ma nel cuore della città. Progettato dal savonese Battista Testa, può essere considerata come l’edificio più significativo dell’architettura seicentesca a Savona. Per la sua architettura e soprattutto per la conformazione della facciata rievoca l’esaltante stagione del grande barocco romano. I grandi modelli per la chiesa di via Untoria sono due famose chiese romane: la facciata di san Carlo alle quattro fontane (san Carlino), realizzata da Francesco Borromini (1599-1667) almeno nella parte inferiore nei suoi ultimi anni di vita e quella dei santi Luca e Martina di Pietro da Cortona (1 596- 1669). L’edificio è lungo 30 metri e largo 16 a navata unica. La facciata è a doppia curvatura concavo convessa, ed è articolata su due ordini scanditi da lesene con capitelli ionici. Al centro dell’ordine inferiore si trova il portale, sovrastato da un medaglione affrescato con la Beata Vergine del Carmelo, mentre nei quattro spazi laterali vi sono le nicchie con le statue di Santa Teresa, San Giuseppe, San Pietro e San Giovanni della Croce, opere del 1881 di Antonio Brilla; ogni statua è sovrastata da una formella con simboli cristiani. Nell’ordine superiore vi è una finestra incorniciata con arco a tutto sesto, sul timpano il monogramma di Maria.

L’interno è una contaminazione tra una pianta centrale ed una longitudinale e si presenta riccamente affrescato e dorato. Caratteristica peculiare della chiesa è l’assenza di una cupola sormontante l’altare. Ciò fu dovuto ad una precisa imposizione da parte dell’autorità militare genovese, allo scopo di poter avere, dall’interno della vicina fortezza del Priamàr, una vista senza intralcio dell’abitato cittadino. Entrando si nota subito il grande cornicione che abbraccia tutto il perimetro della chiesa, i marmi parietali sono opera poco vistosa di Pietro De Luchi del 1853. Sulla volta vi è un affresco che raffigura la Caduta di Simon Mago, di Giuseppe Bozzano (1815-1861), nel riquadro sopra il presbiterio è invece raffigurato Il primato di San Pietro, opera affollata di personaggi, di Lazzaro De Maestri (1840-1910); nel catino dell’abside, dello stesso pittore si trova la Predicazione di San Pietro. Percorrendo la chiesa in senso orario troviamo, subito dopo l’ingresso, a sinistra, la cappella di San Giovanni della Croce (1542-1591), grande mistico Carmelitano: l’altare marmoreo è del 1681, anno in cui furono costruiti tutti gli altari di questa chiesa. La pala fu dipinta da Gio Agostino Ratti (1699-1755), artista savonese battezzato in San Pietro il vecchio. La successiva cappella è dedicata a Sant’Anna, sempre con una pala del Ratti, che gli fu commissionata nel 1721 e che ha per tema la Sacra Famiglia. Ai lati si trovano due grandi statue di gesso, modellate nel 1751 da Gian Battista Frumento, che rappresentano i profeti Zaccaria e Gioacchino. Da qui si accede alla Cappella di Gesù Bambino di Praga, dove si trova la statua del Bambino inserita in una creazione di rame sbalzato opera di Renza Restagno (1961): la cappella è stata restaurata nel 2010. Appena entrati, sulla destra, una stretta scala conduce al pulpito, opera di Giuseppe Galleano del 1823. Nel presbiterio si trova un altare moderno che ha sostituito quello progettato nel 1719 da Carlo Maria Stella e rimaneggiato nel 1730 da altri cinque scultori e un crocifisso ligneo policromo, a grandezza naturale, attribuito alla scuola genovese del 1700. Secondo l’usanza carmelitana due portali marmorei limitano lo spazio del coro. Sopra di essi lo stemma della famiglia Raimondi, che destinò 15.000 scudi d’oro per la costruzione della chiesa. In fondo all’abside nello spazio creato tra due lesene si trova la tela di Domenico Piola (1627-1703) la Vergine del Carmelo mentre consegna lo Scapolare a San Simone Stock. Proseguendo e avviandosi verso l’uscita, si incontra la cappella dedicata a Santa Teresa D’Avila, rappresentata nella pala di Filippo Parodi (1668-1740), ai lati due grandi statue di gesso, gemelle di quelle della cappella di fronte che rappresentano i profeti Elia ed Eliseo.

Nell’ultima cappella vi è un ovale con il Sacro Cuore, attribuito a P.G. Brusco (1742-1820). In precedenza vi si trovava la pala raffigurante Sant’Andrea Avellino, di P. G. Brusco, unico resto della vecchia chiesa di San Pietro, ora collocata all’interno del convento.

Subito dopo, in una nicchia è conservata la statua della Madonna del Carmelo.

Sopra l’entrata è collocato l’organo, costruito dai Fratelli Agati nel 1857.